"Labbra di sangue" - Alda Teodorani

 


“Labbra di sangue” prima edizione del 1997, edito da Larcher Editore, scritto da Alda Teodorani. Il libro è fuori catalogo. 

Alda Teodorani, romana, è una scrittrice di gialli, horror e noir. Questo libro è un romanzo chiaramente ispirato alle vicende del mostro di Firenze, anche se Firenze non viene mai citata. Lo stile del romanzo è molto asciutto e scattante, le 204 pagine sono molto veloci da leggere. La prefazione è di Carlo Lucarelli. Nella copertina dell’edizione del 2002 è presente l’immagine di una rosa rossa contenuta in una sorta di cuore di plexiglass o vetro che produce delle striature di sangue.

La trama di “Labbra di Sangue” è la seguente: (attenzione può costituire spoiler)

Il romanzo è ambientato a Roma e provincia, dove opera un serial killer solitario, dedito a uccidere le coppiette che si appartano. Uno dei primi omicidi somiglia come dinamica all’omicidio del ’68. La storia infatti ricalca a grandi linee quella del mostro di Firenze con molte eccezioni.

Il serial killer agisce senza uno schema ed è mosso dalla volontà di vendicarsi dalla mancanza di amore della moglie, che lo tradisce tacitamente con molti uomini a causa della sua impotenza. I feticci che l’assassino asporta alle vittime servendosi di un bisturi vengono conservati per mangiarli e odorarli, infine realizza un’imbalsamazione per garantirne la conservazione. Nel romanzo il killer instaura una sfida che il maggiore cronista di nera che si occupa di lui con la spedizione di pacchi contenenti i feticci e infine uccidendolo assieme ad una collega. La polizia, grazie ad una segnalazione anonima, mette in correlazione gli omicidi delle coppiette con un vecchio caso in cui erano stati repertati gli stessi bossoli (analogia con il “cittadino amico”). Nel finale il s.k. vedendosi negare l’amore anche da parte del transessuale che frequenta abitualmente, si suicida nella vasca da bagno.

Il serial killer della Teodorani si colloca all’interno della c.d. pista sarda.

Nel romanzo si riscontrano varie analogie con un altro romanzo, quello di Umberto Cecchi, Fegato, del 2000.

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