bozza della RELAZIONE FINALE della Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere
Venerdì 4 novembre 2022 alle ore
15:22 è stata pubblicata la Relazione Finale della “Commissione Parlamentare di
inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche
straniere”, a firma della proponente deputata Ascari, avente come titolo:
“LA SCOMPARSA E MORTE PRESUNTA DI
ROSSELLA CORAZZIN, I FATTI ACCADUTI SUL LAGO TRASIMENO NELL’OTTOBRE DEL 1985 E
I DELITTI DELLE COPPIE NELLA PROVINCIA FIORENTINA TRA IL 1974 E IL 1985”.
La relazione è disponibile al
download qui, nel formato .pdf originale, senza stringhe aggiunte.
Quello che segue è una breve e
parziale sintesi della stessa Relazione.
La Relazione si compone di 9
capitoli.
1.
Introduzione
Si dice come le dichiazioni di
Angelo Izzo del 2016 in merito alla scomparsa e uccisione di Rossella Corrazzin
da Tai di Cadore (BL) in data 21.08.1975, seppur circostanziate non furono
“coltivate” dal magistrato bellunese titolare del fascicolo d’indagine.
La Commissione ha ascoltato Izzo
nel carcare di Velletri, arrivando ad approfondire le dichiarazioni circa il
legame tra Francesco Narducci – Rossella Corrazzin – i delitti del Mostro di
Firenze e Giampiero Vigilanti.
2.
Angelo Izzo
Oltre alle circostanze già note
si parla dell’ingresso nella setta denominata Rosa Rossa da parte dello stesso
Izzo per tramite di un Frate di nome Felix Morlion. Nella setta avrebbero
militato anche Serafino di Luia ovvero il braccio destro di Stefano delle
Chiaie.
Izzo dice di aver conosciuto
Narducci in provincia di Arezzo in una tenuta denominata “il Borro”.
Narducci parlò ad Izzo in merito
a dettagli del delitto del 1974 che sarebbe stato compiuto dal gruppo satanistico
denominato “nove angoli” ONA e che sarebbe stato dedito a sacrifici umani.
I riscontri sulle dichiarazioni
di Izzo in merito sarebbero i seguenti:
-
Gabriella Carlizzi negli anni ’90 o primi anni
’00, va a trovare in carcere Izzo, tuttavia la Carlizzi non si occupò mai della
setta dei “Nove Angoli”.
-
In sintesi è “plausibile” che Narducci possa
essere stato realmente coinvolto.
-
Vi fu un incontro tra Izzo e Narducci nella
chiesa templare di San Bevignate di Perugia che risulterebbe riscontrato per
via dei dettagli precisi che vengono forniti da Izzo.
-
Narducci era iscritto alla massoneria secondo
Izzo, circostanza che appare riscontrata.
-
Le dichiarazioni di Izzo circa la cerimonia neo-templare
dell’omicidio della Corrazzin, che si sarebbe svolta nella villa a S. Feliciano
dei Narducci, appaino “non inverosimili e dimostrano con ragionevole
probabilità che” Izzo si fosse recato nella villa dei Narducci.
Inoltre Izzo
dichiara che:
-
alla cerimonia omicida della Corrazzin avrebbero
partecipato alcune persone, tra le quali Serafino di Luia e Arturo Reghini.
- Nella chiesa di San Bevignate a
Perugia Izzo era con Narducci e tale Esposito, quest’ultimo intento ad
illustrare la simbologia della chiesa.
3. La scomparsa di Narducci e
il doppio cadavere
Fatti ormai noti, di cui non si
riporta la sintesi.
4. Il coinvolgimento di Francesco
Narducci nella vicenda del Mostro di Firenze
La Relazione riposta le
dichiarazioni che confermano la presenza di Narducci a San Casciano, in
sostanza riprendendo e cristallizzando il GIDeS:
- la Ghiribelli dirà di aver
conosciuto Narducci tramite Lotti. La Nicoletti confermerà di aver conosciuto Narducci,
confermando l’incontro avvenuto al ristorante “La Lampara” di cui parlò la
Ghiribelli. Anche la Pellecchia conferma di averlo conosciuto nel “giro di San
Casciano”.
- L’Alvares Jorge risulta
credibile quando afferma che l’amante Jommi aveva come amico Narducci per via
dell’auto verdolina Citroen CX come già asserito da altri.
5. Le sentenze sul doppio
cadavere
Fatti ormai noti, di cui non si
riporta la sintesi.
6. I legami tra le
dichiarazioni di Izzo su Francesco Narducci e le indagini sui delitti del Mostro
di Firenze
Nelle more dell’attività di
riscontro delle dichiarazioni di Izzo, è molto importare il carteggio contenuto
all’interno della sentenza Calamandrei:
“Con informativa in data 27
luglio 2004 …. Il Gides informava questa Autorità Giudiziaria che in un faldone
del vecchio SAM è stato rinvenuto quanto segue. Sul faldone è scritto:
DOTT. FRANCESCO NARDUCCI MEDICO
PERUGIA VIA SAVONAROLA 31 ED ERA PROPRIETARIO DI UN APPARTAMENTO A FIRENZE OVE
AVREBBERO TROVATO DEI BISTURI E FETICCI SI SAREBBE SUICIDATO BUTTANDOSI NEL
TRASIMENTO.
Inoltre la Relazione pone
l’attenzione su di un carteggio che indicherebbe il transito di Francesco Narducci
nei giorni 8-9-1985 (settembre) dai caselli autostradali – vedi pag. 66 della
Relazione. -
L’appunto fu redatto
dall’Ispettore Sirico, che al Gides dirà di riconoscere la propria calligrafia nello
scritto, ma di non ricordare i motivi lo generarono. Per la Commissione “non
del tutto plausibili appaiono le dichiarazione rese dall’Ispettore Sirico”
relativamente ai non ricordo riguardo il biglietto.
Per la Commissione alla luce di
molti elementi “non resta che ipotizzare che il dato del transito doveva
esserci” ovvero che Francesco Narducci fu registrato ai caselli 8-9 settembre
1985.
7. Il collegamento tra Signa e
i delitti successivi
La relazione mette in evidenza il
“Fascicolo Parretti” (verosimilmente dal nome del sottoufficiale che lo aveva
redatto. I principali punti del fascicolo inedito sono i seguenti:
-
un informatore del Parretti lo aveva fatto incontrare
più volte con una persona di origini sarde, che gli aveva confidato che il
proprio padre gli aveva riferito in punto di morte, che il delitto di Signa fu
opera di Salvatore e Francesco Vinci, che la pistola fosse di Salvatore Vinci,
che i fratelli si recarono sul posto in lambretta.
-
Il fascicolo porta la data del 3 luglio 1982.
-
Il confidente del Parretti era di Barberino di
Mugello.
-
Il Parretti fece giuramento di sangue con il
sardo che chiese di non venir mai
citato, Parretti mostrò le cicatrici del giuramento.
La Relazione si concentra quindi
sull’anonimo dei fatti del Galluzzo che non è da confondere con l’anonimo (se
mai vi fu) che impostò le indagini del 1982 sul delitto di Signa del 1968.
8. La testimonianza di
Vigilanti
Capitolo molto poco ampio della
Relazione e che non fa luce su nuovi aspetti, probabilmente per l’atteggiamento
dello stesso Vigilanti incline a dichiarazioni e poi smentite.
9. Conclusioni
La Commissione vuole continuare a sviluppare ricerche e si
propone di coadiuvare la Procura fiorentina nell’archiviazione informatica e
cura ai fini di conservazione e consultazione della totalità degli atti
giudiziari ed investigativi.
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