"Mostro d’autore. La verità sul caso mostro di Firenze" - Tommaso D'Altilia

 

“Mostro d’autore. La verità sul caso mostro di Firenze”, prima edizione del 2001, edito da Editrice Global S.A., scritto da Tommaso D’Altilia con prefazione di Paolo Cantarelli e conclusione dell’avv. Pietro Fioravanti. Il libro è fuori catalogo.

Paolo Cantarelli riesce a pubblicare questo libro nel 2001, nonostante scriva di aver cercato un editore disponibile dal 1996. Ci riuscirà anche grazie al clamore relativo alla perquisizione subita nel 2001 dalla Procura di Firenze che cercava proprio il manoscritto inedito. Il manoscritto è costituito dalla c.d. “Perizia D’Altilia” che fu redatta da Tommaso D’Altilia nel 1996 e consegnata al dr. Pierluigi Vigna della Procura della Repubblica di Firenze in merito alle indagini sui delitti del mostro di Firenze. La perizia ripercorre tutte le vicende del mostro di Firenze aggiungendo una chiave di lettura inedita e imprevista. In ragione dell’anno in cui fu scritta (’96) è da sottolineare come molte delle indagini che si svilupperanno successivamente, ad esempio la teoria della strategia della tensione, della falsa pista sui sardi, delle connessioni con le FO (tesi Filastò) e dell’esistenza di secondi livelli, furono già individuate nella perizia.

L’ipotesi “D’Altilia” è la seguente: (attenzione può costituire spoiler)

D’Altilia scrive di come il delitto del ’68 debba ricondursi all’ambiente sardo, lo fa analizzando tutta la vicenda alla luce del codice barbaricino e di come invece il delitto fu utilizzato come depistaggio tramite l’inserimento di bossoli nel fascicolo. Per l’autore i depistatori si servirono dei delitti anche allo scopo di realizzare la c.d. strategia della tensione. Elementi delle FO, dei CC e dei servizi furono vicini all’ambiente degli assassini, specialmente il Maresciallo Simonetti amico fraterno di Pietro Pacciani. Il verbale riportato del Colonello Olinto dell’Amico sancirebbe la presenza di alcuni CC come guardoni. Il merito al sardo Salvatore Vinci scrive che fu protetto delle forze dell’ordine in quanto informatore delle stesse.

La teoria sui delitti del MdF è che si compissero secondo lo schema: cliente - stregone d’elite - mago mandatario (Indovino) - rete di esecutori (Pacciani et altri). Tale schema scrive non è da ritenersi fisso e immutabile per tutti i delitti della serie 81-85. Il ’74 ebbe stessa matrice ma diversi esecutori. L’autore tratteggia quindi il tema dei riti, delle armi rituali e dei clienti abituali di questi ambienti settari, arrivando a collocare lo scrittore parmense già indicato da Gabriella Carlizzi come uno dei personaggi implicati (“Lettera ad Alberto Bevilacqua” 1996). Si riscontra nella perizia l’assenza di informazioni sul medico Narducci e sulla figura del legionario GPV.

La conclusione "Paccianisimbol" dell’avv. Pietro Fioravanti sembra avvalorare le conclusioni della perizia alludendo tra l’altro su come lo stesso avesse provato durante i processi a richiamarne l’attenzione.


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